acque reflue

Acque reflue: cosa sono e come riutilizzarle

Il riutilizzo delle acque reflue potrebbe essere una delle soluzioni chiave per ridurre gli sprechi d’acqua, dato che l’emergenza idrica globale è in aumento.

La conservazione dell’acqua per lo sviluppo sostenibile delle persone e del pianeta è un obiettivo fondamentale per garantire un futuro sano a tutti.

Si sa, l’acqua è vitale, è un nutriente essenziale per l’uomo e un mezzo per i processi biochimici che sostengono la vita.

Ecco perché in questo articolo vedremo come l’acqua potabile che utilizziamo per pulire i pavimenti e per le lavatrici, lavastoviglie o sciacquoni può essere sostituita da acque reflue riciclate.

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Acque reflue: cosa sono

Ai sensi dell’articolo 74 del decreto n. 152 del 4 marzo 2006, le acque reflue sono classificate in 3 categorie:

  • Acque reflue domestiche: acque residenziali e di servizio principalmente provenienti dal metabolismo umano e dalle attività domestiche;
  • Industriali: qualsiasi tipo di acque scaricate da edifici o stabilimenti ove si svolgono attività commerciali o industriali;
  • Urbane: Acque domestiche o miscele di acque reflue domestiche, acque reflue industriali o piovane, scaricate nella rete fognaria.

La normativa vigente indica anche che l’acqua può essere raccolta in diversi altri modi, come:

  • Fognature: una rete fognaria che serve aree di agglomerato o aree abitative e produttive della popolazione;
  • Acque superficiali: sono le acque che stanno sulla superficie della terra, come strade, fossi, cave e canali, ruscelli, corsi d’acqua, corpi idrici artificiali, fiumi, laghi e oceani;
  • Strati superficiali di suolo e sottosuolo: in questo caso si intendono superfici incolte, agricole o urbane;
  • Acque sotterranee e sottosuolo: sono strati di acque sotterranee.

In breve, l’acqua e il deflusso atmosferico (l’acqua piovana che non viene assorbita o evaporata, per così dire) che utilizziamo per le attività umane, domestiche o industriali, confluiscono da qualche parte fino a raggiungere il mare.

Siccome molte volte le acque reflue contengono inquinanti, a volte tossici e nocivi, esse devono essere depurate per evitare di contaminare le falde acquifere ed i nostri bacini naturali.

Perché il trattamento delle acque reflue è così fondamentale

Per trattamento delle acque reflue ci si riferisce al processo di rimozione degli agenti inquinanti organici e/o inorganici dalle acque reflue municipali o industriali.

Senza il processo di depurazione, le acque reflue non possono essere reimmesse nell’ambiente, perché i suoli, gli oceani, i fiumi ed i laghi non possono ricevere più infettanti di quanti ne possano purificare da soli.

Qui entrano in gioco i cicli di depurazione, che vanno a rimuovere le impurità, creando i cosiddetti fanghi di depurazione, che a loro volta devono subire una serie di trattamenti prima di poter essere riutilizzati o smaltiti correttamente.

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Come funzionano i cicli di depurazione?

I cicli di depurazione delle acque reflue sono effettuati in impianti di chiarificazione specializzati, con l’uso di varie apparecchiature.

Gli impianti di depurazione hanno solitamente due linee di trattamento: una dedicata alle acque reflue e l’altra ai fanghi.

Per quanto riguarda il trattamento delle acque reflue grezze delle fognature, essa si effettua in tre fasi:

  1. Pretrattamento: il processo di rimozione di parte della materia organica precipitabile (sostanza solida più pesante dell’acqua), compresi screening, sabbiatura, degrassatore e sedimentazione primaria;
  2. Trattamento di ossidazione biologica: un processo che consente la rimozione della materia organica precipitabile e non precipitabile contenuta nelle acque reflue, compresa l’aerazione e la precipitazione secondaria;
  3. Ulteriore lavorazione: è tutta la lavorazione effettuata a monte che permette di ottenere un ulteriore raffinato grado di purificazione.

Per riassumere e semplificare il processo di depurazione delle acque reflue, possiamo dire che prima viene effettuata la rimozione grossolana dei residui solidi (sacchetti di plastica, immondizia, pietre, ecc.), seguita da una depurazione via via maggiore, utilizzando metodi meccanici, chimici e biotecnologici più complessi, finalizzati alla rimozione delle sostanze che si sciolgono nell’acqua.

Una volta purificate, le acque reflue possono essere riutilizzate per le seguenti attività:

Irrigazione: Annaffiamento di colture per la produzione di fini alimentari e non alimentari per il consumo umano e animale, nonché per l’irrigazione di spazi verdi o per attività ricreative o sportive;

Destinazione civile: pulizia delle strade nei centri urbani, fornitura di impianti di riscaldamento o raffrescamento, alimentazione di reti duali di adduzione.

Uso industriale: per la protezione antincendio, l’acqua di processo, il lavaggio e il ciclo termico dei processi industriali, esclusi gli usi che comportano il contatto tra acque reflue riciclate e alimenti o prodotti farmaceutici e cosmetici.

In nessun caso le acque reflue depurate devono essere utilizzate come acqua potabile o entrare in contatto con prodotti alimentari crudi.

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