Dall’introduzione della rete fognaria, le malattie ed i cattivi odori sono, fortunatamente, scomparsi dalle nostre città, migliorando la qualità di vita dei cittadini.
In effetti, le attuali fogne sono studiate per salvaguardare l’ambiente, ecco perché vengono dotate di grandi depuratori per evitare di contaminare oceani e fiumi.
È ormai noto che ogni edificio possieda una rete per il trattamento delle acque reflue attraverso tubazioni, pozzi e degrassatori, che separano i grassi che provengono dagli scarichi delle cucine, prima di immetterli nella pubblica fognatura.
Per farla breve, il degrassatore biologico ha un compito ben preciso: quello di trattenere materiali grossolani e residui galleggianti che tendono ad indurirsi e solidificarsi, evitando che finiscano nella rete fognaria; in caso contrario, potrebbero causare l’intasamento dei tubi.
Il funzionamento del degrassatore biologico è molto semplice: agisce differenziando le densità. Le sostanze leggere come grassi e olii galleggiano e quindi si possono rimuovere facilmente, mentre le sostanze più pesanti si depositano sul fondo.

Dimensione del degrassatore biologico
Per progettare e regolare correttamente un degrassatore biologico (detto anche “sgrassatore” o “vasca condensagrasso”), è necessario conoscere il numero di appartamenti coinvolti, e quindi, qual è il potenziale di drenaggio in termini di residenti equivalenti (di solito almeno 50 litri per abitante equivalente e comunque meno di 0,250 metri cubi).
Conoscendo questi dati di base, è possibile definire un volume corretto ed essere in grado di separare l’acqua da schiuma e fanghi, prima che vengano immesse nella rete fognaria.
Le fosse biologiche possono essere realizzate in diversi materiali come fibra di vetro, PVC, polietilene, ecc., ma è indubbio che la soluzione in cemento interrato resti la soluzione tecnicamente ed economicamente più vantaggiosa in termini di resa e durata (vedi il caso di appartamenti e mega condomini).

Tipi di degrassatori
Esistono due tipi di degrassatori:
Degrassatore statico: ha la funzione di separare l’acqua dal sapone e dai grassi contenuti nei rifiuti alimentari, che possono causare problemi di intasamento negli scarichi;
Degrassatore biologico: ha il compito di destituire e convertire le sostanze della cucina in acqua e anidride carbonica man mano che si forma, in modo da non intasare gli scarichi.
Il degrassatore varia a seconda del tipo di installazione e può essere interrato o fuori terra. Generalmente si utilizzano quelli interrati; questi solitamente sono realizzati in polietilene e sono disponibili in grandi dimensioni.
Altrimenti, si può scegliere di utilizzare uno sgrassatore fuori terra posizionati in cavedi, scale, magazzini, oppure piccoli degrassatori sotto al lavandino.
Pulizia e manutenzione
I principi di funzionamento e manutenzione sono gli stessi per tutti i tipi di sgrassatori, tranne per il fatto che quelli più piccoli richiedono una pulizia più frequente rispetto a quelli più grandi.
La manutenzione del degrassatore comprende lo svuotamento e la pulizia della vasca, che deve essere effettuata da una ditta specializzata autorizzata al trasporto e al trasferimento all’impianto di decontaminazione.
Capacità e normative di riferimento
In linea teorica, per separare dalle acque reflue oli e grassi animali o vegetali, è sufficiente disporre di una vasca con capacità di trattenere l’acqua di scarico per un periodo di tempo compreso tra 2 e 5 minuti.
In realtà, però, questo tipo di scarico è caratterizzato anche da un gran numero di altre sostanze (come avanzi di cibo, prodotti detergenti, ecc.), che tendono a depositarsi sul fondo, quindi la regola generale utilizzata è di stimare 50 litri per abitante equivalente.
L’uso dei serbatoi condensagrassi è regolato dalle seguenti normative:
UNI EN ISO 1825-1, “Separatori di grasso – Parte 1: Principi di progettazione, prestazione e collaudo, marcatura e controllo qualità”
UNI EN ISO 1825-2, “Separatori di grasso – Scelta, installazione, esercizio e manutenzione delle dimensioni nominali”
Questi due standard definiscono la progettazione, le dimensioni e l’uso di questi serbatoi.